
Era il soprannome di Paolo Viganò, per la somiglianza con il campione del Mondo e d’Europa teutonico, uno degli alfieri del Kaiser Franz. Comincia con la Juventus, poi una sola presenza in SERIE A con la Roma, per scoprire la cadetteria con le maglie di Monza e Palermo. Come dimostra la foto, la stazza e la potenza muscolare non mancavano: sembrano le gambe di ‘Kalle’ Rummenigge. Le muoveva sulla fascia sinistra, dove vent’anni dopo vedremo un altrettanto biondo terzino, di nome Giovanni e di cognome Caterino. A più alti livelli, Federico Balzaretti. La palma della chioma rubia è tutta sua. Viganò disputa quattro campionati in maglia Rosa, per un totale di 107 presenze senza realizzazioni a referto. La mette, invece, proprio alla Favorita, ma da Rondinella: stoppa il volo di un esultante Vito Chimenti, tarpando le ali alle Aquile Rosanero. Il classico goal dell’ex in un Palermo-Brescia versione cadetta. Non potrà disputare la maledetta finale della COPPA ITALIA scippata dal Bologna, nel ’74, causa squalifica. Non si sarà crucciato più di tanto: esito non scontato, ma già scritto. Dopo Brescia e Novara, chiude da dove era arrivato: nei brianzoli monzesi, annata 1980-1981. Alla vigilia del Mundial. Lasciamo perdere Günter Theodor Netzer: la coppa, stavolta, non sarà crucca.
Dario Romano
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