
Santiago ‘Ghito’ Vernazza durante una sessione di allenamento alla Favorita. Vestirà il Rosanero per quattro stagioni, dal 1957 al 1960, totalizzando 115 presenze e 51 marcature. Una media ragguardevole di quasi un goal ogni due gare: valgono anche una promozione per una sola stagione. L’illuminazione, al suo secondo anno di permanenza: col Palermo sotto di una rete al cospetto del Como, realizza una tripletta negli ultimi sei minuti, ribaltando e asfaltando i Lariani. E mette in mostra pure la castagna contro l’Alessandria, colpendo i Mandrogni su calcio di punizione da quasi quaranta metri. Il tiro potente, aveva una capacità innata di stoppare il pallone al volo con la coscia e tirare prima ancora che la sfera toccasse terra. Nel 2000, allo scadere del centenario della società, il Giornale di Sicilia indice un referendum popolare: chi è il più grande giocatore Rosanero del secolo? L’argentino vinse nettamente. Nella sua ultima stagione all’ombra del Pellegrino, annata targata 1959-1960, Santiaghito ha assunto anche la veste di allenatore per un solo giorno. Infatti, il 15 maggio Čestmír Vycpálek viene esonerato dal segretario Totò Vilardo poco prima di un Inter-Palermo ed il Cavaliere della Pampa è chiamato a prendere le redini della squadra. Allenatore e giocatore, perché in campo, quel giorno, c’è anche lui. Ne scaturirà un pirotecnico 3-3, con Vernazza pure a segno per il goal del momentaneo 1-1. Potenza, controllo e soprattutto una mentalità vincente. Era questo, Santiago. Un fuoriclasse, un autentico leader. Membro erede di quel meccanismo perfetto che era la celebre Máquina. Scuola River, non mente.
Dario Romano
ILPALERMO.NET