IL CAMMINO DI SANTIAGO

UNIONE SPORTIVA PALERMO 1958-1959

La potenza, ma anche tanto controllo. Al River PlateSantiago Vernazza ha affinato le sue doti: ha imparato che la pelota si gioca a terra, si accarezza e, quando occorre, bisogna sculacciarla a dovere. Non si offenderà. Di tanta grazia rendiamo grazie e torniamo in SERIE A. Una cavalcata che il Cavaliere della Pampa conduce da par suo, a spron battuto. Ben diciannove botte per diciotto vittorie, uguale promozione. Ghito prende questo Palermo per mano e ci mostra il Cammino di Santiago. Per amici, parenti e conoscenti, sarà sempre Santiaghito. Per i tifosi, il giocatore Rosanero del secolo. Ma il resto della cavalleria, non resta mica a guardare. De Bellis, Sereni, Benedetti, Malavasi, Biagini, Sandri: una corazzata. C’è anche il pacco annesso: Walter Gómez in patria è considerato un campione, ma alla Favorita sembra un bidone. Non si è vista la garra uruguagia, ma neanche la classe appresa a la Plata. Da Montevideo a Buenos Aires è crack, mentre a Palermo soltanto un gran flop. Arriva con un anno di ritardo, l’altro pacco: ma questo, all’apertura, fa proprio boom. Le cannonate partono dalla seconda giornata, per un pirotecnico 5–4 al Lecco. Suona anche un campanello d’allarme: al debutto tre pappine dalla Simmenthal-Monza, rimediate anche a Bergamo. Il 3–2 con l’Atalanta fa meno rumore: gli orobici chiuderanno al primo posto, a quota 51, due punti in più del team guidato da Vycpálek. Sono forti. Cesto registra la difesa e non le prendiamo più: spesso basta una sola rete per la vittoria, mentre al Parma va proprio male (7–1 il finale): torna dalla Sicilia con un bel cappotto, appesantito da una memorabile grandinata. Il resto della scalata, una passeggiata: sotto il segno di Vernazza, col cuore in mano, ecco il Cammino di Santiago.

Dario Romano
ILPALERMO.NET

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