
Arrigo Sacchi ha sempre sostenuto che il goal su rovesciata non lo ha mai entusiasmato, poiché, in fondo, da un errore macchiato. In sintesi, l’attaccante è costretto al gesto acrobatico dal suo infelice posizionamento: di fatto, col corpo troppo avanti rispetto alla traiettoria del cross. Oppure a sbagliare è stato chi ha effettuato la sciabolata alla Piccinini: arretrata rispetto al posizionamento dell’attaccante. Lui ha sempre odiato l’istinto: nel suo 4-4-2 la fantasia non era contemplata. Chissà chi l’ha portato in finale a USA ’94: i suoi schemi o la fantasia al potere? Diciamo Roberto Baggio, punto.
Il 07/11/1971 Tanino Troja non si è curato di realizzare il goal perfetto. Sblocca il punteggio di Palermo-Genoa al 32’ (2-0 il finale, la chiude Sandro Vanello al 67’) alla Favorita con il gesto tecnico e acrobatico che chi ama il calcio di più adora. Vuoi mettere? E lui l’ha messa, eccome. Il bel Saraceno la mette all’incrocio battendo il portiere Antonio Lonardi dei Grifoni e ricordandoci che il calcio è soprattutto poesia. E, come i versi che non ci scorderemo mai, certi momenti rimangono scolpiti nella nostra memoria, per sempre. Io ci ho messo soltanto il colore: per farlo sembrare più vivo. Ma avrei preferito essere lui, quel giorno: ci ha messo l’istinto killer dell’attaccante di razza. Forte di testa, la forza nella testa. Una rete del genere da profeta in patria: questa è vita.
Dario Romano
ILPALERMO.NET