
‘Tira la bomba, Massimè.’
Massimo De Stefanis ha disputato cinque stagioni con il Palermo, dal 1979 al 1984. A referto, 169 presenze e trenta reti. Romano, ma di fede laziale (arriva proprio dalla società capitolina). Il numero dieci per eccellenza: elegante e caparbio, dotato di un tiro potente e preciso. Spesso, anche determinante, come la rete a San Siro in COPPA ITALIA contro l’Inter, che vale l’unica vittoria dei Rosanero, al Meazza, contro i Nerazzurri. Chiuderà la carriera nel 1989, indossando come ultima casacca quella dell’Ancona. In precedenza, le esperienze con il Perugia e l’Arezzo. Impossibile non menzionare l’episodio che lo vede applaudito, dal pubblico della Favorita, pure in occasione di una rete da avversario. A testimoniare stima imperitura. Che squadra, quel Palermo: illuminata dal suo faro e dagli abbaglianti, tra i baffi, di Totò Lopez. In mezzo a tanta luce, la tempesta: negli anni ’80, la notte calava in men che non si dica. Proclami roboanti e risultati altalenanti: in sintesi, più si guardava in alto e più si scendeva in basso. Nel guazzabuglio, ogni tanto, partiva comunque la botta. Perché Massimo era, soprattutto, un pericolo costante sui calci piazzati. Rivedendolo in video, colpisce la postura nel calciare il pallone e la pulizia del gesto tecnico. E la curva intonava il coro, in attesa di esplodere: dopo la bomba.
Dario Romano
ILPALERMO.NET