
Almeno, lo sembrava. Il Palermo di Polizzi e Ferrara tenta il salto, ma più lungo della gamba. Tanta manna, non l’avevo mai vista. Gaetano Salvemini tiene le redini di una squadra che ha guidato alla salvezza per il rotto della cuffia. La punizione di Roberto Biffi è una bomba che abbatte il Monza e scaccia fantasmi e streghe. Per volare, ecco un’astronave: con tanto di extraterrestri. Arriva dal Bari Massimo Brambati: ha una discreta esperienza, accumulata tra le fila di Torino, Empoli e Galletti stessi. Difensore arcigno e rubacuori incallito, all’ombra del Pellegrino inizia soltanto l’inesorabile declino. Mirko Taccola da Lucca è un buon innesto: in difesa, con lo stesso Biffi, Ciro Ferrara e Fabrizio Bucciarelli, siamo ben messi. La coperta ampia, ma la porta apparentemente spalancata: Gianmatteo Mareggini non ruba l’occhio e ce ne facciamo una ragione. Beppe Iachini sarà leggenda: espugna San Siro in coppa, segna alla prima contro l’Andria. Non è un fuoco e neanche un cane di paglia: sono i primi ruggiti di un leone. Innamorato del gol di Valeriano: una perla al volo contro i Reds e Fiorin è ancora Rosanero. Tra le linee, il ritorno di Pietro Maiellaro: con Totò De Vitis, formò una bella coppia d’attacco, talentuosa e giovane. Fu promozione. Adesso, è più esperto e può innescare un vero e proprio animale: dell’area di rigore. Da Sasà Buoncammino a Sasà Campilongo, il passo è da categoria ed il goal una garanzia: forse. Dovrebbe essere lo stesso per Antonio Criniti, ma chiddici. Dalla Sardegna, poca voglia e scarsa pazienza, per un giocatore che ha appeso presto il potenziale, molto prima degli scarpini, al chiodo. C’è ancora Antonio Rizzolo, ma ci sono anche dei bei giovani palermitani, scalpitanti a bordo campo. La loro attesa, ci ripagherà con gli interessi. Ad autunno, l’ultimo tassello: Gianluca Petrachi dal Venezia. Può sfondare a destra, come Giovanni Caterino a sinistra. Le cessioni di Lorenzo Battaglia e Massimo Cicconi (presenti nella foto), ‘sembrano’ poca cosa. E la squadra fortissima è completa. Don Fabio ha un Diavolo per Capello, ma la spunta in una Favorita stracolma. Stroppa pareggia i conti aperti da Iachini e inizia un’altra partita, infinita. Dopo le cocenti delusioni in Nazionale, tra la Lucchese ed il Milan, giungo all’ovvia conclusione: odierò per sempre i maledetti rigori ed i colori Rossoneri. La novità della stagione sono i tre punti a vittoria: dobbiamo attendere, per gustarla. Maiellaro apre e chiude contro l’Ascoli alla quinta giornata. Il Palermo ha una rosa ampia ma spuntata: i numeri parlano chiaro. Le due reti del fantasista, con quella di Iachini alla prima, fanno appena tre in sette gare. Poi, un segnale: al Via del Mare, il Lecce naufraga. Che imbarcata: 1–7 e Campilongo fa manita e notizia. Finisce pure sui telegiornali nazionali. Non è la svolta, ma solo una giornata storta, dei Salentini. La porta resta ancora un miraggio, mentre è chiaro che occorre il salvataggio. Giampiero Vitali prova la scossa e rispolvera un redivivo Rizzolo: Sasà s’è di nuovo inceppato. Risultato!? Dodicesimo posto, la zona retrocessione lontana di tre sole lunghezze, le casse vuote. Io!? Mi ero sbagliato e non avevo ancora finito. Contento per l’arrivo di Ignazio Arcoleo, che dopo averci fatto più volte l’amore, con il Palermo, finalmente passa al matrimonio. Felice per l’ingaggio della versione nostrana di Speedy Gonzales: infatti, i filmati di ‘Topolino’ Tanino Vasari sembravano accelerati. Perplesso per tutto il resto. Che abbaglio. Stavo per stropicciarmi gli occhi, prima di capire che era stato soltanto un sogno.
Dario Romano
ILPALERMO.NET