
Dal 1988 al 1999: undici anni in Rosanero. Record di presenze nei campionati insuperabile: 319. Arriviamo a 373, se contiamo le altre competizioni: inattaccabile. Diciotto le reti, quasi tutte su calcio di punizione. Era il suo marchio di fabbrica: una sorta di diritto divino, acquisito grazie alla celebre cannonata, che ci valse una salvezza, nella gara contro il Monza, datata 1994. Peccato che la maggior parte delle esecuzioni su calcio piazzato, spesso, finiva in curva. Non me ne voglia: ma alcune, se le poteva risparmiare. Milanese DOC e cresciuto calcisticamente tra i Rossoneri, si segnala nel Foggia. Poi Modena, Prato ed il prestito al Mantova. Ed è dai Lanieri toscani che arriva al Palermo di Rumignani. Aveva i capelli cortissimi e non credo avrebbe mai immaginato di divenire la nostra bandiera per eccellenza. Un baluardo difensivo di lotta e di governo, pur dotato di una discreta tecnica. Spesso, lo si vedeva uscire dalla retroguardia palla al piede, per impostare l’azione: un libero d’altri tempi e moderno. Riconoscibile in campo per la chioma divenuta riccioluta e per la stazza: era facile vederlo fare a sportellate con gli attaccanti avversari. Non manca neanche la prova dell’altrettanta irruenza caratteriale. Gli aneddoti si sprecano: in un calcio non ancora svelato in ogni dettaglio, sfuggono le parole di troppo, i colpi proibiti, le minacce poi sfociate in fatti. Ma gli atteggiamenti più eclatanti, risaltano: da una testata ben assestata alla bella mostra dei gioielli di famiglia, situati laddove non batte il sole. Che illumina tutto il resto: prima con Fabrizio Bucciarelli (uno dei difensori più eleganti e concreti visti in maglia rosa) e poi con Ciro Ferrara, ha composto una coppia di centrali affidabile, che con Gianluca Berti tra i pali ha raggiunto la massima espressione. Il tutto anche orecchiabile, grazie ad un coro che ci ha accompagnato per anni, anni di SERIE C e SERIE B, con le ciliegine delle vittorie altisonanti in COPPA ITALIA. Poca roba, per chi credeva di non poter mai rivedere il Palermo in SERIE A: tanta manna, per chi andava a vedere le partite in una Favorita diventata una bolgia. E se quel pallone da lui calciato finiva alto, poco importava: la tribù rosa aveva comunque celebrato il suo rito. Grazie, capitano: ‘fino alla fine…’, hai detto, dopo quella celebre vittoria contro la Pistoiese nel fango e nel pantano. Erano le tue battaglie, il tuo pane: noi la tua arena, tu e Beppe Iachini i nostri gladiatori, i nostri condottieri. Avete reso dei picciotti un branco di lupi affamati. Le braccia in campo di un nostrano timoniere, ‘Gnazio, capitano di lungo corso. Ed eccoti fiero, in questa foto: fiero di essere stato Rosanero. Tu che eri, sei e sarai, per sempre, Robertone, il nostro leone d’eccezione. Tutti insieme, dai, che parte ‘Biffi gol’.
Dario Romano
ILPALERMO.NET