
Trentuno: sono gli anni senza SERIE A e quelli della mia esistenza, quando il Palermo torna nel calcio che conta. Il 12 Settembre del 2004 è una data storica, di quelle che non si possono dimenticare. Impossibile non esserci, difficile se non sei abbonato. La vecchia Favorita, intitolata da due stagioni al Presidentissimo Renzo Barbera, farà il pienone tutto l’anno: sono in 32.290 a possedere il benedetto tagliando. L’avversario, è di tutto rispetto: un Siena che non fa spavento, ma nella massima serie non si sgarra. Se tiri indietro la gamba, se non giochi con garra, rimedi soltanto una brutta figura. Il figurone, lo fanno i Rosanero di Francesco Guidolin. Confermato in carrozza, il tecnico di Castelfranco Veneto, prodigato nel pellegrinaggio a Santa Rosalia, si accomoda alla sua maniera, come pronto a sprintare: quanto mi manca. Ma torniamo alla memoria, all’ombra del Pellegrino, con tutto il sole della Conca d’oro intorno. Uno scenario da favola: ci stiamo ancora stropicciando gli occhi, inconsapevoli che ancora non abbiamo visto nulla. Non manca neanche la piacevole coincidenza: in maglia bianconera, figura Daniele Di Donato: cuore grato, per sempre. Lo squadrone della promozione non svena il padrone: Maurizio Zamparini si affida a Rino Foschi. Per il lupo e la volpe, il prezzo da pagare è quello giusto. A parte ‘El Tecla’ Farías, tutti azzeccati: anche di più, perché si è arricchita, inconsapevolmente, la colonia dei futuri Campioni del Mondo. Chi se li scorda più, gli anni 2000: manna dal cielo, come se piovesse. Spiove in area, come sempre, anche il pallone che ‘Genio’ e capitan Corini mettono a disposizione del lungagnone. Un gol annullato al tandem vincente d’attacco è solo il preludio: dal corner, Luca Toni è spesso puntuale, ma stavolta l’atto decisivo esige un altro copione. La spizza Barzagli, gliela serve ‘Zizou’ Zauli, a pochi passi dalla porta. Per Fortin, cappellino alla vecchia maniera, non c’è né storia né speranza. Uno a zero e parte l’esultanza: mano all’orecchio per lui, al pallottoliere per noi. Trenta reti in SERIE B: con questo qui, è come partire sempre con una rete di vantaggio. Quella che basta, contro i toscani allenati da Gigi Simoni. Un galantuomo d’altri tempi, che sapeva anche perdere le staffe. Da quel Juve-Inter in poi, un’anima in pena: ben donde ne aveva. Il suo Siena prova l’arrembaggio, a caccia del pareggio. Fa buona guardia Guardalben: Matteo è sotto osservazione, ma sarà la vera rivelazione del campionato. Il risultato non cambia, nonostante la botta di Santana, sventata dal portiere in maglia gialla. A pensare che la rete la troverà, in qualsiasi categoria, con addosso la nostra maglia: mi vengono i brividi. La paura, invece, ce la concede quel gigante, il norvegese Tore André Flo: lo conosco bene, il calcio inglese è il mio pane. Ma ha perso smalto: l’altro, piuttosto, avrebbe punto. Ma Enrico Chiesa è rimasto a casa. E quando a Cirillo l’arbitro Saccani sventola il rosso, per la Robur è bandiera bianca. In curva, sventola soltanto il rosa: Palermo, ben tornato in SERIE A.
Dario Romano
ILPALERMO.NET