
La speranza, dopo la rinascita. Di centrare la seconda promozione consecutiva e tornare nel calcio che conta. Un’impresa sfiorata: la resa, contro il Foggia di Pino Caramanno. Il top, per la categoria. Lo sapevamo, ma anche Giorgio Rumignani non scherzava. Ha fatto quadrato, ha creato un gruppo unito, ha rubato tanti cuori (anche tra il gentil sesso) e ha finito con una promessa, poi mantenuta: sarebbe tornato. Difficile fare meglio, una volta costretti alla rinuncia della Favorita. Italia ’90 è alle porte e l’ombra del Pellegrino dovrà coprire un anello più sostanzioso del precedente. Ne verrà fuori un impianto che sembrerà troppo piccolo per le serie minori e troppo grande per l’Europa: non ci avrei mai creduto, neanche se avessi viaggiato nel tempo. Incredulo sarebbe stato anche Roberto Biffi, che le ha viste proprio tutte: nella foto, lo vediamo con una zazzera corta ed è quasi irriconoscibile. Alla prima intervista, il milanese sembra un po’ timido e impacciato. In campo, scopriamo un armadio con tanta dinamite, in corpo e nella castagna. Sarà Biffi gol, sarà l’incarnazione del Palermo, sarà cuore Rosanero. La sua irruenza avrà fatto perdere la pazienza a qualcuno, ma è la presenza a fare la differenza. Dopo il record di apparizioni, l’uomo riccioluto che mi faceva sentire al sicuro è divenuto il mio fantasma: lo vedevo in campo anche negli anni della SERIE A. Torniamo indietro, a quegli allenamenti in spiaggia, a Mondello, che formano un team niente male. Ma dovrà vedersela con squadre che lo sono altrettanto. A cominciare dal Cagliari di Ranieri, che ha qualcosa in più. La sconfitta di misura nello scontro diretto in Sardegna arriva ad Aprile, quando i Rosa hanno il fiato corto. Si cade anche in trasferta, a Francavilla e Caserta. L’esilio al Provinciale di Trapani, per le gare casalinghe, ci vede imbattuti: non ha inciso più di tanto. Gaetano Auteri fa urlare Guido Monastra a ripetizione, regalandoci echi che si odono ancora oggi. Ma sono troppi, i pareggi. Ben diciotto, spesso a reti bianche: Maurizio D’Este non fa più il Signor Gol e son dolor. È un difetto che accomuna le big del torneo, compresa la forte Torres di Favo, Piga e Zola. Il quattro di Giugno il verdetto, con tanto di scherzetto, regalatoci dal calendario. Non sarà l’unico: non Santino, ma Nuccio Barone porta i Satanelli in vantaggio su punizione. Un altro ex: nel calcio sono quelli che fanno più male. Pugliesi ridotti in dieci per l’espulsione di Coppola, che scoppola il nostro Mimmo Di Carlo a due passi dall’arbitro. Prima o poi ‘segnerà sempre lui’ e partirà Guido, col suo canto libero. Succede, ma solo una volta e quindi è pari e patta, che vuol dire disfatta. Serviva una vittoria: Palermo e Foggia dividono la posta, ma a staccare il biglietto promozione è una sola. Un match che in città abbiamo visto in tv, in un pomeriggio di fuoco. Poi, una bella doccia: fredda.
Dario Romano
ILPALERMO.NET