VECCHIO STAMPO

MARIO GIUBERTONI

Lo spauracchio è rappresentato da colui che verrà ricordato come ‘Il profeta del gol’. Oppure, l’‘Olandese Volante’: all’anagrafe, Hendrik Johannes Cruijff. Già da solo, è tanta roba. Ma anche il resto dell’AJAX è tanta manna. La paura fa novanta, ma poco importa. Siamo arrivati fin qui e ce la giochiamo. E poi, il satanasso tocca a Lele. Scelta coraggiosa: mal che vada, raddoppio in marcatura. Tanto quello svaria su tutto il fronte d’attacco e non solo: prima o poi, me lo becco. Non aveva fatto i conti con il solo straniero di quel complesso di marca tutta olandese. A spezzare i sogni di Mario Giubertoni, l’intervento di Horst Blankenburg. Si getta la spugna, con la pugna ancora in bilico. Cruijff ci prova pure con la mano, a metterla dentro: è il vizio dei più grandi. Ma è in serata di grazia, come Diego al sole dell’Azteca: la Beneamata crolla e per Johan è doppietta. Che disdetta, per il numero 5 nerazzurro. Lasciare il campo per infortunio, proprio nel giorno più importante della carriera. Che resta comunque di spessore e ci mancherebbe altro. Un giocatore che si è tolto le sue soddisfazioni, in un ruolo tra i più difficili in assoluto. Un francobollo, questo difensore vecchio stampo. Forgiato nel Palermo, che lo preleva nel ’64 dalla piccola Moglia. Il debutto in cadetteria non è il passo più lungo della gamba: Giubertoni è da subito titolare fisso. Ha indossato la maglia Rosanero in tante varianti: dalle strisce a quella a quarti, fino alla classica. Le battaglie, di tutti i colori, fino all’agognata promozione in massima serie. Mario guarda lontano, in questa foto scattata alla Favorita. Ne ha ben donde, visto il seguito alle porte. A Milano, ci finisce con Sergio Pellizzaro: un doppio colpo sancito dal botto chiamato SCUDETTO, già al primo anno. Al Palermo si ferma sfiorando le duecento apparizioni, all’Inter saranno poco più di 150, condite dalle magiche serate in coppa. A rovinare la festa, una botta indigesta ed un’avversaria troppo forte. BurgnichFacchettiJairMazzola: non era più la Grande Inter, ma se ne respirava ancora l’aria. In area, invece, non si passa. Con quel difensore vecchio stampo, aggiunto per giunta a quei due colossi inamovibili. A meno che non ci si trovi di fronte ad un Cruijff in stato di grazia. Nel giorno più disgraziato.

Dario Romano
ILPALERMO.NET

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