
È l’amichevole post Mondiale tra Palermo e Juventus, che permette ai palermitani di accogliere Totò Schillaci, reduce dalle ‘notti magiche’. In svantaggio per la rete di Faccini, gli ospiti ribalteranno il match sul 3-1. A segno proprio il palermitano del CEP nella prima frazione: nella ripresa, De Agostini la ribalta e Baggio la chiude. L’attaccante ex giallorosso Paolo Alberto, momentaneamente tra i Rosanero, realizzerà un’altra marcatura in COPPA ITALIA nella città natia di Verona, al Bentegodi, prima di lasciare la Sicilia per trasferirsi al Baracca Lugo: una meteora, nonostante il buon inizio nel precampionato. Sempre contro gli Scaligeri, era già andato a segno cinque anni addietro, da lupo irpino, nella stessa competizione. E dire che proprio l’Hellas era la sua squadra del cuore: anche nel calcio, a volte, non gli si comanda. Mentre la Juve è quella ‘champagne’ di Gigi Maifredi: solo che a brindare, spesso, ci finiranno gli avversari. Il settimo posto finale in campionato è indice di un progetto fallito, per una Vecchia Signora che voleva rifarsi il look, seguendo la moda spumeggiante del momento: la zona che ‘prima tremi e dopo vinci’. Chiddici? Per quanto riguarda il Palermo, da sottolineare l’avvicendamento tra Franco Liguori ed Enzo Ferrari in panchina: scelta saggia, che vale la promozione nella serie cadetta. Nella foto da urlo, Giacomo Modica si fa immortalare nel cerchio di centrocampo al fianco di Roberto Baggio: dietro, si distingue Roberto Biffi. Ad attirare l’attenzione è anche la maglia che indossano i padroni di casa: la casacca della ABM, che spacca di brutto. Quel giorno, alla Favorita impazzita, si tornò a respirare l’aria del calcio che conta. Il sottoscritto rimediò una storta: causa non una zolla, ma la folla tra Piazza De Gasperi e Viale del Fante. Non vidi un tombino ma, pur barcollante, potei ammirare, per la prima volta dal vivo, dei giocatori di alto livello. Su tutti, ovviamente, colui che sarà annoverato come il ‘Divin Codino’. Ma anche il nostro Giacomino non era niente male. Soltanto con l’avvento di Corini, ho visto un altro ‘Genio’ in campo, uscito dalla lampada come fosse una favola. Ma Modica non scherzava mica. Andate a rivederlo, facendo qualche ricerca in rete. Passo lento, compassato: ma un sinistro mozzafiato, chirurgico. Il numero dieci dispone del pallone a suo piacimento, facendo proprio ‘girare’ tutta la compagine. Preciso sui calci da fermo, regala assist al bacio e conclusioni a giro: il repertorio, è completo. Nativo di Mazara del Vallo, Modica debutta in Rosanero ben nove anni prima di questo appuntamento. Il giocatore che vediamo al fianco del fuoriclasse juventino, è ormai maturo come calciatore e come uomo. L’apice della carriera, che lo vedrà impegnato per gran parte della Sicilia. Tre le ‘scappatelle’: con Padova, Ancona e Ternana. Da giovane, pure un’annata in Campania, in prestito a Torre del Greco. Riconoscibilissimo in campo per la folta chioma stile anni ’70, il metronomo colpiva anche per la sua ‘presenza’. Un leader silenzioso, che incuteva timore e rispetto. Ha vissuto il calcio a tutto tondo, dal momento che ha intrapreso una lunga avventura, prima da vice allenatore e poi da collaboratore tecnico, fino a provarci in prima persona. Un girovagare per il sud, fino al recente salto in Piemonte: Modica, attualmente, siede sulla panchina del Casale, lo storico club fregiato di uno SCUDETTO nel lontano 1914. Con Novara, Pro Vercelli e Alessandria, i Nerostellati componevano il celebre ‘quadrilatero piemontese’. Se lo merita, Giacomo, un sincero in bocca al lupo. Non ha ‘assaggiato’ i campi della massima serie, come mi sarei aspettato vedendolo dettare il gioco da giocatore di categoria superiore. Ma ha dato luce in tempi di vacche magre, facendomi sentire più tranquillo, quando lo sapevo dalla nostra parte. Un po’ come si sentivano i tifosi delle squadre con Roberto Baggio, quando schierato nel loro undici, ovviamente. Un fuoriclasse assoluto, che abbiamo avuto la fortuna di vedere nel campo spelacchiato di una Favorita pur appena rinnovata per la kermesse iridata. In quella notte magica, in cerca degli occhi spiritati di Schillaci e dei colpi ad effetto di un presunto squadrone mai visto, brilla ancora il ricordo legato a Giacomo Modica: da pelle d’oca. Da tifoso, vado a ritroso e riscopro in lui, il mio primo genio incontrastato. Prima di sfregare la lampada, fino a toccare il cielo con un dito: grazie al mitico ‘Genio’. Quello per eccellenza.
Dario Romano
ILPALERMO.NET