
Una salvezza ed una promozione. Il precedente di Ninetto sulla panchina del Palermo fa ben sperare. Ma il ritorno di De Grandi è un fiasco. Succede spesso, nel calcio. Chiamatela pure minestra riscaldata: la sostanza, non cambia. Un pari e tre sconfitte in coppa: si sente forte, l’allarme. Assordante dalle prime botte in campionato: due vittorie e due pari, a fronte di cinque sconfitte, di cui una col Taranto alla Favorita. Per ‘Fiordaliso’, arriva il benservito. A malincuore, ma prevale la ragione. Questo andamento, mostra i rosa allo sbando. Lo scossone porta bene: un altro ritorno, gradito alla piazza ed alla tifoseria. Tonino De Bellis ha chiuso col calcio giocato da quattro stagioni: si meriterebbe un monumento fuori dallo stadio. Pietra a memoria imperitura. Non lascia Palermo, non la lascerà mai: figuriamoci quando il grido d’aiuto giunge dritto ad un cuore Rosanero. Lascia le giovanili e si cimenta nella nuova avventura. E Renzo Barbera gongola: la scelta, si rivela azzeccata. Il Palermo batte la Reggiana, perde di misura al Partenio, ma esce indenne dal Cibali. Torna a vincere con la Sambenedettese, ma ottiene quattro punti nelle restanti sei gare. Si chiude un girone d’andata complicato, ma la squadra sembra più compatta. Malgrado tutto, poiché lo stesso Tonino sente puzza di bruciato. Lo spogliatoio è caldo, ma nel ritorno tanta foga trova sfogo in campo, accendendo gli animi degli astanti: c’è da restare increduli. Il Palermo è trasformato: ne esce un filotto di sei affermazioni e quattro pari, da aggiungere al punto rimediato col Varese a Febbraio, che prelude al giro di boa. La caduta a San Benedetto del Tronto è indolore. Peccato, perché a pensarci bene, con un piccolo sforzo, si poteva anche sognare. Ma il Palermo è pago. Una vittoria, tre pareggi e due sconfitte bastano, per tenere a distanza la zona pericolo. Si chiude al nono posto, undicesimo per la folta compagnia, a meno sei dal baratro e meno sette dal sogno. Salgono in massima serie Genoa, Catanzaro e Foggia, mentre lasciano la cadetteria Piacenza, Brindisi e la Reggiana fanalino di coda. L’esplosione di Guido Magherini, prelevato in estate dal Brindisi e mai più così convincente in carriera, le incursioni di Arturo Ballabio e l’esperienza di Aldo Cerantola ed Erminio Favalli hanno sorretto una baracca che stava per crollare. Il resto, ce lo ha messo Tonino. Che torna a sentire quella puzza che non lo convince. Si dimette, poi cede al cuore ma non alla ragione. Riparte in sella, su un Palermo imbizzarrito.
Dario Romano
ILPALERMO.NET