STAZIONE BARBERA

Buona la prima, per il Palermo. Che a Tel Aviv strappa i tre punti e debutta tranquillo alle falde del Pellegrino. Per il secondo turno del gruppo, in Sicilia è attesa una locomotiva partita da molto lontano. Strano: anche il terzo avversario della competizione è rappresentato da un club ubicato a diversi km di distanza. Ma dopo i viaggi a Cipro ed Israele, i Rosanero stavolta attendono. Dalla Russia, ecco un convoglio del tutto particolare: allontanarsi dalla linea gialla. Alla stazione Barbera arriva il Lokomotiv Moskva. Espressione del Ministero per i Trasporti dell’Unione Sovietica, il sodalizio vede la luce nel 1922, accodandosi alle rivali cittadine che nella capitale abbondano. SpartakCSKADinamo e Torpedo spadroneggiano a Mosca e vasti dintorni. Eppure, i Ferrovieri si guadagnano spazio. Sgomitano fino al punto di comparire in un Albo ristretto: due coppe nazionali e poi il botto alla dissoluzione dell’URSS. Il team che sfiderà il Palermo di Gigi Delneri, ha trionfato in patria nel 2002 e nel 2004 e vuol fare bene anche in Europa. Tra gli undici agli ordini di Vladimir Eshtrekov, scorgiamo delle vecchie conoscenze del calcio nostrano, a cominciare da Francesco Ruopolo. In prestito dal Parma, solo una toccata e fuga l’esperienza estera dell’attaccante. La sua stagione migliore è di là da venire: con la Dea, soprattutto. Francisco Govinho Lima arriva in Italia nella stagione 1999-2000. LecceBologna e Roma: con la Lupa, l’esperienza più longeva del centrocampista brasiliano più di lotta che di governo. Vivrà un’annata anomala: biglietto di andata e ritorno per e dal Qatar. Ma nella capitale russa, ad attenderlo, stavolta tocca ai Biancoazzurri della Dinamo. A Brescia, presto gli ultimi sprazzi di un certo livello. In panchina e nel finale in campo ecco il bielorusso Sergej Gurenko. Ex istituzione proprio dei Ferrovieri, fa la meteora coi Giallorossi, col Real Saragozza e col Parma. Torna alla base: per l’auge, attende ancora. Nelle vesti di allenatore, più vice che protagonista. Il capitano è l’estremo difensore: nulla a che vedere col Belpaese, ma Sergej Ovchinnikov suona familiare. Tra LokomotivBenfica e Porto lo abbiamo visto spesso tra i pali in varie competizioni internazionali. Che dire: sta per iniziare una gara niente male.

Con tutto il rispetto per gli avversari sin qui affrontati, i russi sembrano di un’altra pasta. Nel Palermo, il rumeno Codrea rileva il Genio, mentre in attacco è Pepe a far coppia con l’Airone. Partono bene i rosa, con Caracciolo che fa a sportellate senza trovare la rete, ma una botta al naso. Tiene duro, finché non lo rileva, a pochi secondi dall’intervallo, l’evanescente Makinwa. Per il nigeriano, nessun colpo di rilievo: la vetrina internazionale, per le capriole, resta chiusa. Intanto, Mariano rischia grosso: il retropassaggio di González al connazionale Andújar è irregolare. Il portiere la prende con le mani, ma per la conseguente punizione in area di rigore nessun rischio: ribatte la barriera. Scampata bella, anche quando Khokhlov calcia alto a due passi dal dischetto. Nel finale della prima frazione, è Pepe a sfiorare la realizzazione: la testa non è il suo forte, ma il tuffo è opera d’arte. Il resto, è parte di un portiere che respinge da par suo: Ovchinnikov non è Lev Jašin, il mitico Ragno Nero della Dinamo, ma in quanto a presenza non scherza affatto. La ripresa si apre con un’altra opportunità per Pepe, che non inquadra la porta, ma è Izmailov che spaventa: ha solo un ostacolo da superare, l’estremo difensore. Ma spreca la clamorosa occasione a causa della sua imprecisione. Palermo, occhio al contropiede: se non puoi vincere, non la perdere. La Lokomotiv ci crede, mentre nei padroni di casa il solo a tentarci è ancora e sempre lui, Pepe: ma il portierone russo è un ostacolo troppo grosso. Vedo più nero che rosa, nel finale, con Khokhlov che sfiora ancora il vantaggio, ma con la testa di Barone è più preciso: una capocciata di frustrazione che gli costa l’espulsione. Le han prese, i Rosanero, un po’ ammaccati ma imbattuti. Un punto d’oro, rimediato al cospetto di un avversario più esperto, ben messo in campo e pronto a tutto. Resto soddisfatto: con tutto il rispetto per Cipro ed Israele, il primo match che mi fa sentire per la prima volta davvero in Europa è proprio questo. Quando al Barbera si fermò una locomotiva giunta da un Paese pur sempre lontano. Quello che oggi, purtroppo, ci fa tremare oltremodo e tutt’altro che per una partita di calcio.

Dario Romano
ILPALERMO.NET

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