
Subentrato nel finale di una stagione con due cambi al timone, l’ex attaccante dal volto intrigante si guadagna la conferma. In panca, siede Nando Veneranda. Potrebbe fare pure l’attore, il lungagnone, ma meglio così. Un signor allenatore, ‘El Gringo’, che al Palermo è al primo atto di un trittico col finale tragico. Tutt’altro all’inizio: si sfiora il botto. Il colpo grosso non si materializza per un soffio: il fiato corto ad un passo dal traguardo ed il sogno è infranto. Un vero peccato, considerando l’andamento in un torneo meno complicato del previsto. Da una retrocessione scongiurata ad una promozione sfiorata: ma alla fine, rimane tutto come prima. Dal Matera, arriva Vito Chimenti: è questa la notizia. Non sarà un centravanti come tanti altri: questo, è per cuori forti. Sedici reti, tanto spettacolo ed un cavallo di battaglia: la bicicletta. Si è alzata l’asticella, in un reparto che resta comunque anemico: si segna poco, un mal comune che di gaudio ha altrettanto. Difese agguerrite ed a volte basta una sola rete: quel che non manca, ogni tanto, al Palermo. I Rosanero partono al piccolo trotto, confermando un limite che ai tempi è la norma: in trasferta, si fa spesso cilecca. Pistoiese, Ascoli e Sambenedettese la spuntano, mentre alla Favorita ci si abitua al pari a reti bianche. Dieci pareggi, nel girone d’andata: troppi e decisivi, considerando che quattro punti in più, al tirar delle somme, avrebbero consentito il salto in massima serie. Al giro di boa, si svolta e Vito si materializza in tutto il suo splendore. Soprattutto ad Aprile, quando il Palermo cambia passo e nulla è più lo stesso. Si espugna Taranto, la terza ed ultima affermazione lontano dal Pellegrino, alle cui falde lo stadio si è fatto fortino: imbattuti in casa, per tutto il campionato. Quattro vittorie consecutive nella bolgia spalancano i sogni di gloria. Con Chimenti, è bandiera rosa ai quattro venti. A quattro giornate dalla fine, si batte la Ternana e si incrociano le dita: che sia la volta buona. Lo scontro diretto col Catanzaro, però, sorride ai Giallorossi, la Cremonese strappa un punto che non gli servirà più di tanto ed in Emilia Romagna la conferma: da rosa, la bandiera del Palermo si è fatta bianca. Due a zero per il Cesena, con i giochi ormai fatti. Coinvolti tutti, escludendo la testa e la coda. Modena fanalino, con appena venti punti. La stessa Cremo ed il Como la distanziano di brutto, ma non evitano il baratro. Lassù, invece, un Ascoli inarrestabile: appena tre sconfitte, ben ventisei vittorie. I marchigiani di Rozzi, Renna e del cannoniere Ambu fanno il vuoto. Chiudono a sessantuno, con Catanzaro e Avellino appaiate seconde e promosse a quota quarantaquattro. I rosa chiudono al sesto posto: a quattro punti dalle premiate. Un piccolo passo, un ultimo sforzo: mancato troppo spesso. Non soltanto per il fiato corto: al primo Palermo di Veneranda non si può rimproverare nulla. Nel calcio, la differenza è fatta da uomini come Vito Chimenti. E da un pallone che non entra. La torta, indigesta: ma la ciliegina resta.
Dario Romano
ILPALERMO.NET