‘COME HAI FATTO!?’

UNIONE SPORTIVA CITTÀ DI PALERMO 1994-1995

Ad un certo punto, nella storia rossonera, alla sconfitta col Palermo ci si farà il callo. Era già successo, ma soltanto all’ombra del Pellegrino. Tra le altre, quando lo sciagurato Egidio riserva al Diavolo l’ennesima amarezza. A San Siro o Meazza che dir si voglia, la prima volta si materializza in una serata di fine estate. L’eccezione si farà regola, ma la fantascienza è ancora materia sconosciuta al tifoso Rosanero. Quando si espugna la ‘Scala del calcio’, il racconto è più che altro biblico: succede che Davide abbatte Golia. Una sensazione non per tutti: riservata a chi non tiene per le grandi. Al primo turno, il Palermo è maramaldo: si espugna del Ravenna il campo. Giallorossi in vantaggio con Antonioli dopo un quarto d’ora nella ripresa, risponde Massimo Cicconi e sentenzia Roberto Biffi nel finale. Un buon segnale, ma a Milano basterebbe uscire a testa alta: non è mica una prova del nove. La formazione che Gaetano Salvemini manda apparentemente allo sbaraglio non è niente male: questo, è un Palermo che fa sognare, almeno sulla carta. Ma di spuntarla col Milan in trasferta non se ne parla. Mi accontenterei di un pareggio, di una sconfitta di misura. Per aggiungere un po’ di sale al previsto match di ritorno: non mancheranno anche pepe e peperoncino. L’undici ospite spicca, sul terreno di gioco: perché il completino della ABM è quasi tutto bianco. Il nuovo arrivato a difendere i pali, Gianmatteo Mareggini, sceglie invece il giallo. Il reparto difensivo è composto da tre centrali: alla coppia ben collaudata da Ciro Ferrara e capitan Biffi, si aggiunge Mirko Taccola. La novità rappresentata da Massimo Brambati si esprimerà a destra, anche se è più lecito aspettarselo maggiormente in copertura che all’avventura. Giovanni Caterino farà da supporto sul lato sinistro in entrambe le fasi, mentre a centrocampo Beppe Iachini farà da chioccia a Masino Pisciotta: tra un tackle e l’altro, farà molto più del previsto. L’inventiva è tutta nei piedi di Lorenzo Battaglia e Pietro Maiellaro: il ritorno dello Zar è gradito, ma l’occhio di riguardo è tutto per Sasà Campilongo. Il vero botto di un mercato succulento, come non si era mai visto. Fabio Capello, per il secondo turno di coppa, pensa all’ordinaria amministrazione, ma non schiera un Milan dimesso più di tanto. Ielpo in porta, Galli e Costacurta centrali, Tassotti e Panucci terzini. Il centrocampo è inedito: Sordo e Donadoni sulle fasce, Albertini in mediana e Gullit a briglia sciolta. Il tulipano fa da spola e da supporto ai due avanti: Simone, autore di una stagione da incorniciare e Lentini. Questi è un’ombra, dopo il recente incidente. Io penso ancora a quel cappotto rimediato in un’amichevole precampionato: ferite ancora aperte che non ho smesso di leccare. Otto reti a domicilio, con il trio olandese in gran spolvero. Rijkaard è ora all’AJAX, mentre il Cigno di Utrecht è al canto: Marco van Basten sta soffrendo le pene dell’inferno. Ruud è tornato, ma l’esperienza alla Samp non è ancora finita: la sua, sarà una ritoccata e fuga. A gara iniziata, lo spartito non sembra riservare sorprese: padroni di casa all’attacco e Palermo chiuso a riccio. Quando la barricata cede, Gullit la cicca o prende la traversa, mentre Panucci alla trave fa la barba: il Diavolo impreca, perde smalto e le Aquile ci credono. Quindi, il volo. Quarantaduesimo: corner sul fronte sinistro d’attacco, dalle parti di IelpoBattaglia e Maiellaro scambiano corto, poi Lorenzo guarda in mezzo e calcia teso un pallone velenoso. Lo è altrettanto l’esito: in un’area affollata di marcantoni, la spunta Iachini. A due passi dal dischetto, l’impatto: la sfera tocca terra a mezzo metro dalla linea di porta e riprende la sua corsa ineluttabile. Nulla da fare per l’estremo difensore: è destinata all’angolo. ‘Ma come hai fatto!? Come ci sei riuscito!?’ Biffi racconta il tormentone che precede il match di ritorno. Ma Beppe non è il solo, a lasciare il segno: nel secondo tempo, lo spreco di PietroZar, come hai fatto, a tu per tu con Ielpo. Temo la legge del goal sbagliato, goal subito: ma per fortuna entra in scena Gianmatteo. Non ruberà l’occhio, ma a San Siro è perfetto: il portiere si esibisce da par suo su Tassotti e Stroppa. Che farà pari e patta in una Favorita fatta bolgia. L’amaro in bocca, a vederlo svettare e colpire, anche lui, di testa. Poi, sempre loro: la maledizione degli anni novanta. Dagli Azzurri ai Rosanero, il trionfo non è ad un passo: dista undici metri. Quegli odiati, maledetti rigori.

Dario Romano
ILPALERMO.NET

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