STATE MUTTI

UNIONE SPORTIVA CITTÀ DI PALERMO 2001-2002

L’ultimo Palermo prima che voi umani: oggi, più che immaginare, possiamo ricordare. In tutti i Sensi. Prima di lasciare a Zamparini, che sta per dare il via ad un’operazione che nel Belpaese non si era mai vista, il petroliere (e non solo) capitolino allestisce una formazione niente male. Unica pecca: dopo l’epilogo finale, si porta via il pezzo da novanta. Bomba, meritava la ribalta. Un addio presto dimenticato: si chiude una porta, ma alla Favorita si spalanca un portone. Innanzitutto, per sfoltire una rosa che conta circa una quarantina di unità: troppi. Con l’avvento del friulano non si scherza neanche da questo punto di vista: ma si guadagna in qualità. Eppure, a vedere questa formazione schierata da Bortolo Mutti, la manna non manca. Il tecnico di Trescore Balneario dispone di un reparto avanzato di tutto rispetto: a partire dal centravanti di turno. Stefano Guidoni non è un cannoniere eccezionale, ma fa reparto da solo e non disdegna una certa confidenza con la rete. Per un attaccante, è tutto, ma non solo. L’ho apprezzato tanto, per quel suo modo di lottare su ogni pallone, far salire la squadra, svettare di testa comunque vada. Per concludere spesso con una coordinazione ed una postura ammirata di rado: il risultato, una doppia cifra raggiunta più che meritatamente. Cristian La Grottería è il Gaucho, quel Caballo che faceva stropicciare gli occhi a tutti, comprese le ragazze. L’avvenenza, nel calcio, non conta quanto il talento e ci mancherebbe altro, ma l’argentino ha sempre dimostrato di valere il prezzo del biglietto e dell’investimento di Don Franco. Ad innescare la miccia, una batteria di trequartisti da brividi. Ancora giovani e probabilmente non ancora svezzati del tutto: basta citare Ciccio Brienza. A far da chioccia, Cavallo Pazzo. Il Cappio, è un altro pezzo pregiato di una compagine che paga lo stesso il dazio: il decimo posto, non inganni più di tanto. In un campionato dominato dalle provinciali, con gli squadroni altisonanti relegate nei ranghi, il Palermo in affanno si salva quasi per il rotto della cuffia. Quarantotto punti, tre in più della Ternana, retrocessa insieme alle più staccate e non di poco PistoieseCittadella e Crotone. ComoModenaReggina ed Empoli salutano una compagnia che annovera nientemeno che il Napoli, la Sampdoria, ma anche Genoa e Cagliari. La sconfitta rocambolesca di Empoli apre un torneo pirotecnico: il 5-3 è ammortizzato da due gare casalinghe con la porta inviolata e con la rete di Mascara che porta i primi tre punti a danno dell’altra toscana, la Pistoiese. Il funambolo di Caltagirone è la scheggia impazzita: sembra poter risolvere le gare con un guizzo che arriva spesso. A mettergli il bastone tra le gambe, un infortunio al malleolo sul più bello. Il danno, si rivela una mazzata per tutto il complesso: un’amichevole a Caltanissetta, infatti, lo mette fuori gioco e per un bel pezzo. Il Beppe che esploderà a Catania, purtroppo, a Palermo lo vedremo di nuovo in gran spolvero, come i suoi primi barlumi, a nostro discapito: il tutto, è racchiuso in una rete da cineteca. La squadra fatica fuori dalle mura di casa: la vittoria a Marassi, ribaltando la Samp, solo un fuoco di paglia. A deflagrare, è tuttavia BombaDavide, a tratti, si mostra in tutto il suo splendore e risolve le gare da solo. Capita anche a Marco Aurelio, il brasiliano dal passo apparentemente lento che risolve una gara combattutissima contro il Genoa. Si può vincere contro chiunque, ma altrettanto perdere. Tutto ciò vale fino al derby col Messina, risolto da Guidoni a Marzo inoltrato. Un match spartiacque: dopo, è notte. Il Palermo, non vince più. Sei sconfitte e quattro pari, con il solo Stefano a tenerci a galla. Contestatori, state MuttiBortolo tornerà, con un esercito di colleghi, tanti giocatori ed una trentina di campioni. Perché, dall’estate 2002, a Palermo il calcio non sarà più lo stesso.

Dario Romano
ILPALERMO.NET

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