IL MONUMENTO

Tonino De Bellis, US PALERMO

Scolpito nella roccia. Tonino De Bellis è il nostro Burgnich. Un baluardo difensivo d’altri tempi. Quelli che facevano della propria area un territorio di caccia. Segui il talento di turno e gli metti il francobollo che gli resterà incollato per una settimana. Lividi targati De Bellis. Spariranno, ma quando lo affronterai di nuovo, il Palermo, torneranno. 257 presenze e la presenza costante nelle foto d’epoca, esclusa la parentesi veneziana (al suo posto, il futuro Tarcisio nazionale, per una sola stagione). Vai a rinunciare ad uno che ci mette la museruola, ai tanti cani che abbaiano. Provate ad immaginarvi nei suoi panni, contro gli squadroni di allora: spalti gremiti, tifo assordante e la consapevolezza che ogni errore uguale sconfitta. Sputi e provocazioni sussurrate all’orecchio con colpi proibiti assortiti e tanto, tantissimo mestiere. Mi vedrei come un legionario chiuso a testuggine e pronto ad infilare il gladio nei pochi spazi a disposizione: muscoli, elevazione, tempismo ed esperienza le vere e sole armi a disposizione. Una sola telecamera, niente VAR e allora, poi, tutti amici e nemici come prima. Tutto molto scorretto? Lo sono molto di più le sceneggiate dei Rivaldo e Ronaldo, la spintarella e tutti giù per terra. Era questo, il calcio di Tonino. Quello di una volta, che ti faceva vincere con l’etichetta del catenaccio e contropiede. Altro che tiki taka o guardiolismo. Indossi una maglia Rosanero, con un numero che non hai scelto, senza nome e cognome e ne fai una seconda pelle. Onori quei colori senza scritte alcune, che tra qualche anno vedremo pure lampeggiare. Ma, per De Bellis, il Palermo è stato soprattutto Palermo. Ne ha fatto la sua casa, quando poteva bastare anche un arrivederci e grazie. E a brillare restano le gesta e foto come questa. Un monumento. Scolpito nella roccia.

Dario Romano
ILPALERMO.NET

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