
Le maglie da gioco sparite. In campo, il Palermo scende con la shirt da allenamento.
I numeri ricavati con garza adesiva da bendaggio, un escamotage meno laborioso ma che riporta a Mexico ‘86, quando Maradona disputa la gara che lo consacrò al mondo intero, nel bene e nel male: mano de Dios e piede sinistro da Dio (el Pibe de Oro sta a ragazzo e non all’arto inferiore). Contro l’INGHILTERRA, numeri e loghi cuciti a mano, a tempo di record, da amorevoli sarte del Club América: le maglie azzurre degli argentini vengono comprate in fretta e furia, prima di furoreggiare addosso a Diego all’Azteca.
La causa non è un furto, ma una storia che ci fa capire quanto anche i piccoli dettagli possano fare la differenza (la seconda maglia non andava proprio giù al C.T. Bilardo). Al Cibali la furia è Bombardini, che al 20’ la mette: era lui il nostro top player. Al 65’ Apa fa pari e patta.
Catania-Palermo del 04/03/2001 finisce con una rete per parte. La vera ciliegina all’andata: li asfaltammo. Si torna in B, sospinti dal talento del ‘Bomba’, dalle reti di Cappioli e La Grotteria.
Pochi anni e lo stesso derby tornerà a ruggire, prima riempiendo d’orgoglio e poi di vergogna la Sicilia intera. Vent’anni dopo, grazie alla perla di Santana, possiamo godere senza arrossire.
Dario Romano
ILPALERMO.NET