
Pugliese, nativo di Bari, Antonio ‘Totò’ Lopez disputa col Palermo tre stagioni (dal 1980 al 1983). Totalizza 101 presenze e otto reti in Rosanero, tutte nella serie cadetta. Proveniente dalla Lazio e tornato nella sua città, dopo l’esperienza in Sicilia, si toglierà la soddisfazione di riportare i Galletti in SERIE A nel 1985: una stagione da assoluto protagonista. Ottimo regista e fantasista ma anche, all’occorrenza, un mediano infaticabile. Il classico verticalizzatore di gioco, che accendeva la luce per Massimo De Stefanis e suggeriva le bugie da raccontare a Giampaolo Montesano. Altro pezzo pregiato di quella squadra che, probabilmente, avrebbe detto la sua pure nella massima serie. Un’impressione che non mi ha mai abbandonato: certi climi infuocati, tipici della SERIE B di allora, mal si addicevano ad un team più propenso alla tecnica che alla pugna, soprattutto in trasferta. La stagione migliore prelude al Mundial spagnolo, con un settimo posto colmo di rimpianti. Lopez, con i Biancocelesti, si cimenta soprattutto nella fase difensiva, mentre all’ombra del Pellegrino scopriamo un altro giocatore. Riconoscibilissimo in campo, per la folta chioma ed i baffoni stile anni ’70, nella zona nevralgica notiamo un giocatore raffinato, più consapevole dei propri mezzi. Li metterà a frutto da profeta in patria, ma anche in Abruzzo ha lasciato un buon ricordo: con il Pescara, riesce a fare spesso la differenza, con sette realizzazioni a referto. In Puglia, due promozioni dalla terza alla massima serie, condite da una semifinale in COPPA ITALIA. Il suo trasferimento ci lascia un buco enorme: il segnale di una demolizione che, presto, farà rima con radiazione.
Dario Romano
ILPALERMO.NET