
Che inghiotte trentun anni della nostra storia. Quasi nel mezzo del cammin di una vita intera, la SERIE A diverrà una chimera. Il Palermo di Renzo Barbera ci farà comunque sognare, con due finali di COPPA ITALIA da cadetta, ma che disdetta. L’ultima stagione nella massima serie, prima dell’era Zamparini, ci consegna tanto amaro e nessun dolce. Tuttavia, i nomi dei protagonisti fanno comunque scendere la lacrimuccia. Girardi, Landini, Landri, Viganò, Arcoleo, Reja, Favalli, Vanello, Ballabio, Ferrari, Troja. Vecchi cuori Rosanero. Che non possono nulla, quando l’annata è proprio storta. Da Umberto Pinardi, il timone passa ad Alvaro Biagini, ma la rotta non cambia e si scende verso il baratro. Il Palermo tiene tra le mura amiche, ma le vede invalicabili in trasferta. Quattro reti rimediate al debutto esterno dal Milan, la vittoria sul Torino col rigore del ‘righello’ Sandro Vanello, architetto in campo e di fatto. Le vittorie contro Napoli e Fiorentina sono soltanto dei piccoli fuochi di paglia: perché non si segna mai. Quando cede il fortino, prima al cospetto delle grandi (si comincia con la Juve e col solito Altafini), poi con il resto della compagnia, non resta che sventolare bandiera bianca. Tre sole vittorie, undici pareggi, ben sedici sconfitte. Appena tredici le marcature: il peggiore attacco del torneo. La SERIE B è servita: non è un arrivederci a presto. Per la coppa scippata, invece, manca un solo anno. Non l’abbiamo digerita ancora.
Dario Romano
ILPALERMO.NET