BIFFI & SODA

UNIONE SPORTIVA PALERMO 1993-1994

Per una volta, una bella coccarda sulla maglia. Fa sfoggia per la relativa doppietta: promozione e coppa. Ma Angelo Orazi lascia: è questa la notizia che sconvolge l’ambiente. Si parla di un presunto accordo raggiunto con l’Udinese: non se ne farà niente, ma ciò è sufficiente per un addio a malincuore. Un peccato, perché si giocava bene e, con qualche ritocco, si poteva fare altrettanto nel gradino più alto. Si corre ai ripari, ma la scelta del nuovo timone si rivelerà affrettata. La partenza, è da brividi. Che la Fiorentina fosse di passaggio, si dava per scontato. I Viola sono una corazzata: vantano Gabriel Omar Batistuta in rosa, ma il lusso per la categoria è anche il crucco Stefan Effenberg. Un cliente scomodo, per il debutto casalingo: Enrico Nicolini ha da poco appeso le scarpette al chiodo e dopo un breve rodaggio si siede sulla panca del Palermo. Un bel trampolino, ma il rischio è lo scotto. Pagato a caro prezzo: tre reti a domicilio alla prima, ma nulla di allarmante. Nell’ultimo torneo che assegna due punti a vittoria, anche a piccoli passi la classifica può muoversi. Ma a Cosenza è calma piatta, fino al golletto dei Silani. Col Ravenna, la Favorita rinuncia già: non si veste a festa. A festeggiare, è l’avversaria: la rete di Francioso è più di una sentenza e frutta il benservito. Sancito anche da numeri inequivocabili: tre gare senza punti e senza reti. Enrico si è bruciato. Per domare l’incendio che minaccia il Palermo, arriva l’uomo giusto: Gaetano Salvemini. Nomen omen: il resto, è soprattutto esperienza. Che a questo punto conta, vista l’aria che tira. Non gli si chiede mica la promozione, ottenuta alla Bari, ma almeno una salvezza che in Puglia ha centrato due volte nel gradino superiore della massima serie. Serve mettere fieno in cascina, prima dei ritocchi da apportare a Novembre: la squadra, non è adatta alla serie cadetta. Eppure reagisce. La mano del nuovo allenatore si intravede un po’ in Toscana: col Pisa, quarta sconfitta consecutiva maturata solo nel finale. L’attacco è ancora a secco, ma dopo appena tre minuti si sblocca in casa contro il Verona: la firma è di Sasà Buoncammino. A chiuderla, un giovane terzino. Pietro Assennato lo conosciamo: aveva già debuttato in Rosanero. Un soldatino, il palermitano, che negli anni novanta si guadagna meritatamente più di cento presenze con la casacca del cuore. La doppia casalinga è da sfruttare: alla Favorita arriva il Pescara e diluvia. Piovono anche reti: un rigore per parte, ma Bivi e Borgonovo non bastano agli ospiti. Torna il Rizzolo di una volta: Antonio fa doppietta e c’è anche una buona novella. La rete di un difensore con un cognome importante: non è Gianni, ma Gaetano, gioca tutt’altro che in attacco ma va a referto: De Rosa è nato in Germania, ma è uno scugnizzo niente male e con i piedi ci sa fare. Due vittorie consecutive fan ben sperare, ma ad Ancona la difesa cede: si rivede Felice Centofanti, che ci riporta giù tutti quanti. La picchiata definitiva è una doppia sberla targata dal Condor Agostini. Quando Buoncammino risolve il match col Bari, sembra di rivedere un film già visto: Rosanero bene alla Favorita e male altrove. Arrivano gli innesti, a cominciare da Federico Giampaolo. Il talento del trequartista è indiscusso, ma in Sicilia il giovane di proprietà Juve non sfonda. Meglio a Novembre, quando arriva la cavalleria: Gianmatteo MaregginiTebaldo BigliardiValeriano Fiorin e Antonio Soda. Un elemento di spicco per ogni reparto, con tanto di clamoroso ritorno. Il portiere non è una saracinesca, ma con i Viola ha fatto esperienza. Una bandiera rosa degli anni ottanta, Bigliardi, scudettato col Napoli di Maradona e consacrato con l’Atalanta. Chi se la scorda, la botta di Fiorin contro i Reds, mentre Soda è l’attaccante di categoria che mancava alla causa. Il tempo di registrare la formazione e si riprende a marciare. Due vittorie e quattro pari, con la sconfitta in Brianza ad opera del Monza che chiude il girone. Di far punti a Firenze, neanche a parlarne: Biffi realizza la rete della bandiera dopo quattro pappine. Poi, è un altro Palermo. Che ad Aprile riscopre il mal di trasferta: fa da contraltare la tripletta casalinga del nuovo attaccante, che schianta l’Ascoli. Inizia Maggio con l’autorete di Davide Campofranco nel finale sfortunato di Acireale, ma che è primavera si avverte da un partitone in casa col Cesena: dove Soda raggiunge quota otto marcature e Sasà timbra per l’ultima volta nel calcio che un po’ meno conta. La paura fa novanta, a quattro gare dal termine. Tre pari a reti bianche, poi quella benedetta punizione che ci allontana di un punto da una bagarre che condanna PisaRavenna e ModenaFiorentina in scioltezza, promossa insieme a BariBrescia e Padova. Il fanalino di coda è deciso da tempo: il derelitto Monza, che strappando un punto inutile ci avrebbe condotto all’inferno. Poi, arriva lui, bello bello. E la mette da par suo: per Roberto, è questo il momento di gridare al vento. Ed è BIFFI GOL.

Dario Romano
ILPALERMO.NET

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